PC: una storia in mostra (approvazione: 2006)

Tra le icone del nostro tempo, il Personal Computer è certamente una delle più emblematiche.
Nell’immaginario collettivo, PC è sinonimo di attualità, di cosa di tutti giorni, di oggetto di consumo la cui vita effimera induce a inseguire le novità di domani piuttosto che ad osservare le tracce di una storia tanto recente quanto facile all’oblio.
“Piccolo è bello”, uno slogan che si adatta bene all’evoluzione delle tecnologie di base: transistor, circuito integrato, microchip. Ecco allora la Olivetti Programma 101 che, nel 1965, porta la potenza di calcolo su decine di migliaia di scrivanie; ecco le calcolatrici elettroniche che, alla metà degli anni settanta, spazzano via il glorioso regolo calcolatore; ecco il microprocessore, con Federico Faggin tra i protagonisti della Silicon Valley.
Negli stessi anni, per la gioia degli hobbisti, compaiono i primi rudimentali Personal “moderni”: un esordio in sordina che diventa ben presto boom industriale su scala mondiale.
Il potenziale della tecnologia hardware è enorme. Per renderlo fruibile servono però software di nuova concezione: fogli elettronici, composizione di testi, interfacce grafiche, nuovi sistemi operativi e tutto il resto.
Fino a quello che sembra essere lo scenario finale: la connettività. Sono Internet e il World Wide Web a trasformare il PC da oggetto stand alone a finestra sul mondo; un mondo pieno di nuove opportunità ma anche di nuovi rischi.
Di tutto questo si vuole parlare, almeno a grandi linee, proponendo al pubblico l’iniziativa PC: una storia in mostra recuperando anche, e valorizzando, la memoria storica dell’Ateneo triestino.
In tutte le strutture dell’Ateneo il computer ha infatti avuto, dalle sue origini, un ruolo importante, a fini sia di ricerca scientifica che di gestione amministrativa; ruolo logicamente accentuato in una struttura come il Centro Servizi Informatici d’Ateneo – CSIA, che non a caso sarà centrale nell’iniziativa in programma. In molti casi le macchine, o parti di esse, sono state conservate, anche quando ormai superate sul piano funzionale: in quanto testimonianze di un’evoluzione tecnologica rapidissima, ma già “storica”, sono entrate recentemente in un più ampio progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico-scientifico e storico-artistico dell’Università, legato alla nascita del Sistema Museale d’Ateneo. 
Il Sistema Museale – smaTs – muove i primi passi nel 2004, partendo da alcune realtà già note a livello nazionale e internazionale, costituite dalle collezioni del Museo di Mineralogia e Petrografia e del Museo Biologico ed Orto Botanico, nonché dal Fondo librario “Marcello Finzi” del Dipartimento di Scienze Giuridiche. In breve un’indagine conoscitiva preliminare mette peraltro in luce la presenza di collezioni per lo più non identificate come beni museali, né organizzate in modo unitario, in più della metà dei dipartimenti dell’Ateneo.
L’identificazione sistematica, la catalogazione scientifica, l’eventuale restauro e la conservazione di questi beni, uniti alla loro valorizzazione all’interno e all’esterno dell’università, costituiscono gli obbiettivi principali del Sistema Museale.
La presentazione di questo importante patrimonio al mondo della scuola è il terreno comune di lavoro di smaTs e CIRD – Centro Interdipartimentale per la Ricerca Didattica, e la mostra un’occasione speciale per sperimentare insieme.
La mostra sarà presentata al pubblico in una conferenza stampa per permettere la massima diffusione dell’informazione concernente l’iniziativa non solo alle istituzioni preposte all’istruzione e al corpo docente ma anche alla cittadinanza tutta.
Per quanto riguarda il mondo della scuola saranno organizzati percorsi interattivi per le scolaresche a due livelli – scuola media inferiore e scuola media superiore – attraverso visite guidate in orari prestabiliti: è prevista la collaborazione di studenti del Corso di Laurea in Informatica, Ingegneria Informatica, Matematica e Fisica come accompagnatori e guide (la loro attività potrà essere riconosciuta come stage – attività formativa di tipo (f)). Al fine di rendere più efficace l’impatto formativo della visita sono previsti incontri-stage propedeutici per gli insegnanti che accompagneranno le classi, riconoscibili come attività di aggiornamento e formazione in servizio: gli incontri saranno promossi e condotti da docenti dei Corsi di Laurea in Informatica, Ingegneria Informatica, Matematica e Fisica e saranno volti a fornire un’adeguata introduzione all’apparato teorico e concettuale che fa da sfondo e sottende il filo rosso dell’esposizione. 
Il CIRD, nella sua usuale veste di ponte ideale tra università e scuola, si rivolgerà agli istituti secondari di primo e secondo grado della nostra regione ma anche delle zone limitrofe ed in particolare alle scuole italiane di Slovenia e Croazia diffondendo le informazioni in maniera capillare, raccogliendo le iscrizioni agli stages preparatori per gli insegnanti e alle visite.
Visto l’interesse crescente sulle tematiche trattate non sarà tralasciato il pubblico generico che anche in occasione di altre iniziative ha dimostrato una viva curiosità per il mondo dell’informatica e della Rete: la mostra sarà dunque aperta anche al pubblico generico in orari diversi da quelli di apertura alle scuole ed è prevista, oltre alla strutturazione di un puntuale impianto didascalico, la presenza in sala di accompagnatori e guide che potrà fornire informazioni e delucidazioni.