La didattica efficace nel contesto universitario (approvazione: 2013)

RESPONSABILE: Magda Sclaunich (M-PEDo3).
SOGGETTI COINVOLTI: studenti del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e Scienze della Formazione Primaria.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Recentemente sta emergendo, in maniera sempre più evidente la necessità e l’importanza di una riflessione sulle modalità di formazione più opportune da adottare all’interno dei sistemi universitari (Semeraro, 2010).Tradizionalmente la didattica universitaria utilizza come strumento principale la lezione frontale, questa metodologia, che si connota come un’esposizione sistematica dei contenuti da parte del docente, risulta essere la metodologia didattica per eccellenza.
E’ interessante tener presente che, nell’utilizzo di questa metodologia didattica chi trae maggior vantaggio a livello formativo non è lo studente, che durante la lezione tende ad assumere un atteggiamento improntato alla passività, ma il docente. Quest’ultimo infatti nel corso della lezione mette in atto, con il sapere, un rapporto attivo e produttivo, in virtù della continua e costante rielaborazione dei contenuti a cui è sollecitato (Castoldi, 2010).
Se da un lato questa scelta metodologica porta con sé una serie di innegabili vantaggi: l’efficienza del rapporto informazioni trasmesse-/tempo, la possibilità di offrire contenuti identici a un gruppo anche ampio di soggetti, la sistematicità dell’approccio alla conoscenza; dall’altro rivela una serie di elementi di criticità: lo scarso coinvolgimento dello studente, l’eccessivo spazio dedicato al codice verbale con i connessi problemi attentivi che questo comporta, la scarsa possibilità per il docente di ricevere dei feed-back rispetto a quanto sta proponendo.
Si tratta di una metodologia che, nella sua natura, resta sostanzialmente poco coinvolgente nei confronti degli studenti in quanto assegna a loro un ruolo di spettatori più che di protagonisti. Gli studi sull’apprendimento sottolineano invece, in maniera sempre più marcata, l’importanza di un coinvolgimento attivo del soggetto. In particolare l’approccio costruttivista  (Jonassen, 1991) mette l’accento sul fatto che apprendere non significa semplicemente immagazzinare nuove informazioni ma piuttosto fare in modo che queste vadano ad interagire col materiale cognitivo già in possesso del soggetto. Si tratta di un processo di costruzione di conoscenza in cui il soggetto risulta fortemente coinvolto e attivo.
Alla luce di questi presupposti ci si è domandati se e in che misura la didattica universitaria ha recepito queste linee di tendenza e quali sono le scelte didattiche che, a detta degli studenti, risultano efficaci all’interno del contesto universitario.