Media Education e comprensione dei testi (approvazione: 2006)

Responsabile del progetto: Lucia Lumbelli. Con la collaborazione di Gisella Paoletti e del Laboratorio di Psicologia dell’Istruzione del Dipartimento di Psicologia

Il problema educativo
C’è una vasta letteratura  pluridisciplinare che, con constatazioni e argomentazioni diverse, ha denunciato una tendenza negativa della nostra fruizione prima del cinema e poi della televisione.
Si tratterebbe di una tendenza legata alla speciale interazione tra la comunicazione audiovisiva e i nostri processi cognitivi ed emozionali, interazione che renderebbe quella fruizione più passiva, meno critica, o meno  sorvegliata, di quanto  sia quella provocata dall’interazione della mente del lettore con il testo scritto.
Le caratteristiche del mezzo inciderebbero sulla qualità della rispettiva fruizione, indipendentemente dalla qualità dei contenuti trasmessi e dalla qualità stilistico-formale dei testi, sia scritti sia audiovisivi.
D’altra parte le ricerche sulla cosiddetta media education, che sono impegnate nella definizione di strategie efficaci rispetto all’obiettivo di stimolare una fruizione critica, prendono prevalentemente in considerazione proprio e soprattutto i contenuti da un lato  e, dall’altro lato, i criteri che permettono di discriminare quelli apprezzabili e quelli che si deve apprendere, appunto, a  criticare.
Inoltre gli obiettivi e le strategie di media education, a parte qualche interessante eccezione (Cornoldi, De Beni, Zamperlin, Berti, 1999) si basano  sulla ricerca sociologica e semiologica piuttosto che su quella psicologica, sulla quale invece il presente progetto è interamente fondato.

Premesse psico-cognitive
Più precisamente il progetto si sviluppa a partire dai risultati di una serie di ricerche sperimentali(Lumbelli, 1974, 1999) in cui si è confrontata la comprensione/ricezione di testi audiovisivi e di testi scritti con equivalente contenuto informativo e qualità stilistica. Tali risultati:

  1. hanno confermato la tendenza dello spettatore ad attenuare il controllo critico di fronte a testi audiovisivi rispetto alla loro versione verbale scritta,
  2. hanno operazionalizzato quella tendenza nel senso che hanno riguardato operazioni osservabili e misurabili che possono esser fatte corrispondere a quella tendenza. Più specificamente queste operazioni sono state identificate nei processi cognitivi che ogni corretta comprensione di  testi richiede (van Dijk & Kintsch, 1983; Levorato, 1988;Kintsch,1998 ). Sono le inferenze connettive che, per un verso, comportano l’attivazione di processi relativamente sovraordinati e che, per l’altro verso, assolvono alla funzione di collegare coerentemente le successive informazioni nella rappresentazione mentale, funzione che è altrettanto fondamentale nella comprensione di testi audiovisivi e testi scritti.

Le ricerche su cui si fonda questo progetto hanno dimostrato in particolare che, nell’esecuzione di queste inferenze, le persone, nel caso della versione audiovisiva, hanno una prestazione significativamente inferiore che nel caso della lettura della  versione scritta.

L’obiettivo della sperimentazione
Quei risultati hanno permesso di ricavare la definizione dell’obiettivo del piano di media education che si intende sperimentare: se la mente dello spettatore televisivo tende a fare le inferenze richieste dalla comprensione di un testo meno frequentemente che non la mente di chi sta leggendo, allora l’obiettivo di aumentare l’attivazione dei processi superiori di controllo nella mente dello spettatore può essere fatto almeno parzialmente coincidere con l’obiettivo di stimolare la fruizione critica. L’aumento del controllo dello spettatore nei confronti dei propri processi di elaborazione, nella misura in cui comporta un miglioramento della comprensione dei programmi televisivi, implica un cambiamento qualitativo dell’attività mentale dello spettatore ed  quindi anche un aumento della fruizione critica.

Il piano sperimentale
Il curricolo di media education di cui si intende verificare l’efficacia ha come obiettivo il miglioramento della comprensione della televisione.
La strategia principale consiste nell’invitare gli studenti a richiamare alla  consapevolezza i processi di elaborazione delle successive porzioni  del testo, applicando la tecnica del pensiero ad alta voce, ampiamente utilizzata nella ricerca sulla comprensione del testo(Olson, Duffy & Mack, 1984; Pressley & Afflerbach, 1995).
Il compito principale dell’insegnante/sperimentatore è di incoraggiare la verbalizzazione dello studente e, attraverso ad essa, la sua esplorazione dei propri processi di elaborazione. Il risultato atteso è il progressivo aumento del  controllo, e quindi  dell’attivazione mentale, nel corso della fruizione televisiva.
Il pre-test e il post-test consisteranno in prove di comprensione di testi televisivi. Entrambi saranno somministrati  sia agli studenti coinvolti in una dozzina di sedute sperimentali sia agli studenti del gruppo di controllo, dotati di un equivalente livello di abilità di comprensione della lettura.
Il progetto può riguardare diversi livelli scolastici, dalla scuola primaria a quella secondaria superiore. L’adattamento al livello di età è fattibile in sede di selezione dei testi sui quali devono concentrarsi le sedute di stimolazione.Gli argomenti ed i generi dei testi possono essere i più vari.
L’unica condizione comune, e caratteristica del progetto, è che nei testi selezionati vengano identificate richieste di integrazione inferenziale che abbiano una certa complessità e si possano soddisfare in modo univoco.
In altri termini, ci vogliono testi con cui lo spettatore sia chiamato a cooperare (Eco,1979) per capirli, ma non per sanarne involontarie incongruenze, dovute alla frettolosità della confezione, piuttosto frequente nel caso della produzione di testi di fiction televisiva.