Precursori apprendimento matematico (approvazione: 2009)

RESPONSABILE  (PROPONENTE): prof.ssa Maria Chiara Passolunghi.
PARTECIPANTI: 200 studenti scuole ELEMENTARI e scuole MATERNE e relativi insegnanti.

DESCRIZIONE: 
Quali abilità cognitive favoriscono il successo nell’apprendimento matematico nei bambini all’inizio della scolarità; come si può favorire lo sviluppo di tali abilità attraverso idonei programmi educativi? E’ possibile individuare precocemente e correttamente, già nella scuola materna, alunni a rischio di disabilità matematica e quindi attuare un tempestivo intervento? In base ai risultati delle recenti ricerche della psicologia dell’educazione, quali sono le informazioni utili da dare su tali temi, non solo a docenti ed educatori, ma anche ai genitori?
Il presente progetto si propone di continuare un’attività di ricerca educativa già proposta e finanziata dal CIRD relativa all’individuazione dei precursori cognitivi dell’apprendimento matematico all’inizio della scolarità elementare.  La prosecuzione prevede di seguire longitudinalmente non solo alunni all’ingresso della scuola dell’obbligo (già coinvolti nel progetto precedente), ma, a partire da quest’anno, anche alunni delle scuole materne che verranno a loro volta seguiti longitudinalmente nello sviluppo delle competenze.  
Molte ricerche hanno messo in luce l’elevata incidenza delle difficoltà di apprendimento matematico nella popolazione (si parla di circa il 7% di soggetti in età scolare che soffrono di un deficit cognitivo o neuropsicologico che interferisce con l’acquisizione di normali competenze matematiche (si veda Geary, 1993; 1994; Gross-Tsur, Manor, & Shalev, 1996; Kosc, 1974).
Nonostante ciò (e in contrapposizione al gran numero di ricerche dedicate all’apprendimento della lettura e della comprensione del testo) sono tuttora pochi gli studi che hanno indagato in modo sistematico i fattori che determinano le acquisizioni matematiche durante i primi anni di scuola elementare. Sinteticamente presentiamo qui di seguito i principali riferimenti teorici che guidano il presente progetto di ricerca.
Memoria di lavoro (Working Memory, WM)
La memoria di lavoro può essere definita come uno “spazio di lavoro”, che riesce ad immagazzinare temporaneamente delle informazioni, mentre il soggetto è impegnato nello svolgimento di altri compiti. Il modello di riferimento, inizialmente sviluppato da Baddeley e Hitch (1974), presenta la memoria di lavoro come un sistema tripartito, composto da un esecutivo centrale (central executive), un elaboratore a capacità limitata preposto al controllo attentivo delle azioni e all’elaborazione e coordinazione dei dati provenienti dagli altri due servosistemi, il loop articolatorio (phonological loop), adibito all’elaborazione e al mantenimento dell’informazione
linguistica, e il taccuino visuo-spaziale (visuo-spatial scratchpad), che si occupa delle informazioni visuo-spaziali (si vedano Baddeley, 1986; 1996).
Ciò che sembra mancare nei lavori finora condotti nell’ambito della cognizione matematica, e che cerchiamo di sviluppare nel presente progetto, è lo studio delle risorse di memoria di lavoro in soggetti all’inizio della scolarità. Pensiamo, infatti, sia utile approfondire il ruolo della memoria di lavoro come precursore dell’apprendimento delle abilità numeriche-matematiche e conseguentemente come abilità da potenziare precocemente nei soggetti con disabilità o a rischio di disabilità matematica.
Competenze numeriche.
Capacità di produzione e comprensione di numeri.
Comprendono le capacità di elaborare le rappresentazioni in codice verbale e arabico dei numeri, la  comprensione del significato dei numeri così elaborati (ad esempio il riconoscimento del ruolo delle cifre come unità, decine, centinaia) e la capacità di tradurre o transcodificare i numeri da una rappresentazione all’altra. 
I compiti usati prevalentemente per valutare queste abilità prevedono la transcodifica (transcoding) di numeri dal codice arabico al codice verbale e viceversa. Vengono infatti somministrate prove di lettura di numeri, di scrittura di numeri sotto dettatura e compiti di confronto di grandezze.
Dai pochi studi che hanno valutato lo sviluppo di queste basilari abilità numeriche e la loro relazione con il successivo processo di apprendimento aritmetico risulta che i sistemi di produzione e comprensione di numeri sono intatti anche nei bambini con difficoltà matematiche, almeno per quanto riguarda l’elaborazione di semplici informazioni numeriche che stanno alla base dei compiti di transcodifica (Badian, 1983; Geary, 1993; Gross-Tsur et al., 1996).
Ricordiamo infine che numerosi studi sono a favore dell’ipotesi che i bambini presentino una precoce sensibilità agli elementi numerici e fanno pensare che le abilità di conteggio si sviluppino ben prima dell’intervento dell’insegnamento scolastico (Antell & Keating, 1983; Starkey, 1992;
Wynn, 1992). Una loro valutazione all’inizio della scolarità potrebbe fornire quindi degli utili indizi per poter prevedere l’andamento dell’apprendimento matematico vero e proprio.